giovedì 25 marzo 2010

“Se vi avessero rinchiusi in una prigione segreta, e i vostri bambini fossero stati torturati…”

بسم الله الرحمان الرحيم

Aafia Siddiqui, rapita con i suoi tre bambini nel 2003, mentre si stava recando all’aeroporto di Karachi, imprigionata e torturata per 5 anni a Bagram, deportata illegalmente negli Usa dopo essere stata ferita, e’ stata oggi condannata per tentato omicidio da un tribunale di New York. Gli agenti della Cia suoi aguzzini sostengono infatti che la scienziata pakistana si sarebbe impadronita di uno dei loro fucili aprendo il fuoco…

Due dei suoi bambini risultano tuttora scomparsi. Il terzo, Mohammad Ahmad (nella foto qui sopra), restituito al Pakistan dalle autorita’ afgane nel 2008, vive oggi con sua nonna e una zia a Karachi, dove la polizia ha aperto lo scorso dicembre un’inchiesta sul “rapimento di Aafia Siddiqui da parte di sconosciuti”, secondo quanto riferito da Niaz Khoso, un alto responsabile della polizia di Karachi.

Secondo quanto riferito dall’AFP, egli ha dichiarato di aver raccolto la testimonianza del tredicenne: “Ci ha detto che degli uomini avevano intercettato il taxi che li conduceva all’aeroporto di Karachi e li aveva catturati”, ha detto. Mohammad Ahmed aveva all’epoca 6 anni.

“Ci ha detto che lo addormentarono, e che si risveglio’ in una prigione per bambini a Kabul, dalla quale lo liberarono delle organizzazioni per i diritti umani nel 2008, consegnandolo alle autorita’ pakistane”.

“…E non importa quante minacce o intimidazioni verranno utilizzate nel tentativo di impedire a me o altri come me di rivelare la verita’, noi continueremo a chiedere giustizia e a lottare per questa giustizia per tutto il tempo che sara’ necessario…”

Yvonne (Siddiqa) Ridley (jazahAllahu khayran)

Il resoconto dettagliato del processo su Cageprisoners (jazahumullahu khayran)

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